Eccellenze Italiane

Scopri le Eccellenze Campane del nostro menù: Falanghina Poggi
BuBalis accompagna le sue eccellenze caseari a prodotti selezionati con cura. Prodotti di qualità che esaltano le prelibatezze del territorio campano.
Tra i prodotti che BuBalis offre ai suoi clienti la con la Falanghina Poggi Reali IGT, fiore all’occhiello nel panorama partenopeo e accompagnamento d’eccezione per le nostre deliziose pietanze.
Prodotto con le uve di otto ettari vitati di Montevergine, la Falanghina Poggi Reali è un vino unico nel suo genere.
Prodotto a partire dal 2007 da Guido Marsella, è un vino di grande carattere e spessore.
Dal colore tra il giallo paglierino e il dorato con accesi riflessi verdognoli, è dotato di un aroma intenso, con spiccate note di mela verde, ananas acerbo e bergamotto.
Il suo gusto è secco e morbido, per questo ben si accompagna a piatti di pesce.
Nato nello straordinario territorio di Sulmonte, alle falde dei Monti del Partenio, è un vino che coglie appieno le variegate espressioni dello scenario avellinese, condensandole in un prodotto che dà il meglio di sé dopo alcuni anni di affinamento in bottiglia.
I vini dell’azienda sono, infatti, venduti almeno dopo 18 mesi dalla vendemmia, al fine di permettere al mosto di maturare naturalmente in tutte le sue caratteristiche, senza forzature. Procedura quest’ultima che consente al vino di essere conservato, dopo l’imbottigliamento, per oltre 10 anni.
Un vino che delizia il palato e la mente.
Un sogno che diventa realtà se accompagnato al nostro pesce spada marinato.

Le eccellenze campane sulla nostra tavola!
La Campania, anticamente definita “Campania felix” grazie alla fertilità del suolo e al clima mite, presenta una gran varietà di prodotti tipici, contrassegnati da genuinità e rispetto della tradizione.
La Pizza, la Pasta e la Mozzarella di bufala sono il fiore all’occhiello della gastronomia regionale, ma l’itinerario del gusto in Campania è ancora più lungo e stuzzicante, si passa da ricette a base di pesce ai primi piatti con ragù, dai salumi di carne ai formaggi, dalla frutta alle verdure e agli ottimi dolci. Tra i Formaggi, oltre alla citata Mozzarella di bufala, fresca e morbida, la Campania offre tantissimi altri formaggi tipici, qualcuno derivato da latte di vacca come il Provolone del Monaco o il Caciocavallo Podolico, qualche altro di derivazione ovina (come il Pecorino di Carmasciano), sempre genuini, saporiti e con alte qualità nutritive. L’allevamento e l’agricoltura, prevalente nell’entroterra campano, e l’abitudine di usare tutte le parti degli animali macellati, danno vita a prodotti come il Salame napoletano, le Salsicce di maiale, le Soppressate e, ultimamente, ad alimenti nuovi come la Carne di bufalo campano che, mantenendo caratteristiche nutrizionali simili a quelle della carne vaccina, è meno grassa e dal sapore più incisivo. Per condire carne, pesce e verdure si può usare l’ottimo olio extravergine d’oliva, tipico della cucina mediterranea. L’Olio campano è di colore giallo con sfumature verdastre, leggermente fruttato e delicato. Nella regione, finora, è stato attribuito il marchio DOP a 6 tipologie di Olio extravergine di oliva. Non va trascurata la prestigiosa tradizione enologica, con vini di qualità, grazie ai quali, la Campania storicamente è stata definita Enotria cioè “Terra del vino”. Si ricordano il Taurasi, il Greco di Tufo, ilFiano, il Falerno del Massico e l’Aglianico del Taburno, celebri in tutto il mondo.
Altri vini più giovani, tra cui la Falanghina e la Coda di Volpe, stanno ottenendo sempre più consenso anche a livello internazionale. Ma cosa sarebbe un buon pasto senza un ottimo dolce alla fine? In Campania non abbiamo che l’imbarazzo della scelta con dolci come il Babà, bagnato nel rhum, la Pastiera napoletana; gliStruffoli, i Roccocòe i Mustaccioli a Natale, il Migliaccio a Carnevale, le Zeppole per il giorno di San Giuseppe, le Sfogliatelle ricce e frolle. Molto apprezzati sono anche i Torroni, soprattutto quelli di Benevento e di San Marco dei Cavoti. Altri prodotti tipici campani sono i famosi Limoni di Sorrento e della Costiera Amalfitana, i Pomodori San Marzano, dai quali si ottengono le conserve di pomodoro più buone d’Italia, la saporitissima Mela Annurca, le Castagne, i Carciofi, le noci e molti altri ancora.

Novembre 2015: auguri Dieta Mediterranea!
Facciamo volentieri gli auguri alla Dieta Mediterranea! A Nairobi, in Kenya, ormai cinque anni fa l’UNESCO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) inserì nelle liste del patrimonio culturale immateriale dell’umanità la Dieta Mediterranea dopo la quinta sessione del Comitato Intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, riunitasi il 15 novembre 2010. Proprio in questi giorni, a Napoli, si è svolto il convegno di Studi Dieta Mediterranea UNESCO, un patrimonio responsabile. Innovazione identità e contraffazione. La storia della Dieta Mediterranea risale a quando il biologo, fisiologo e nutrizionista statunitense Ancel Keys e sua moglie giunsero a Salerno nel 1945. Proprio qui diede inizio ad un percorso di studio di un modello alimentare comune ai paesi del Mediterraneo e capace di garantire cibo, salute e longevità ai suoi consumatori.
L’UNESCO definisce la nostra dieta “un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo”. Non solo quindi un elenco di cibi. Ma un modello nutrizionale costituito principalmente da “olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusi, sempre in rispetto delle tradizioni di ogni comunità”. Ma va detto che la Dieta Mediterranea si riflette in molto più della semplice consumazione di uno o un altro alimento. Non a caso Dieta dal greco significa “stile di vita”. “Essa promuove l’interazione sociale – aggiunge l’UNESCO – poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende. La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo”.

Il Made in Italy caseario all’estero: risultati positivi!
Le esportazioni di latticini e formaggi Made in Italy all’estero sono aumentate di quantità di ben l’8% grazie alla reputazione di alta qualità che l’Italia ha conquistato a livello internazionale. L’analisi Coldiretti in questione, relativa al primo semestre del 2015, afferma che circa i 3/4 della produzione esportata è destinata al mercato comunitario, dove è stato registrato un incremento del 10%, con un piccolo aumento del 2% anche presso i nostri concorrenti francesi. Escludendo l’Europa i principali acquirenti sono gli Stati Uniti, dove l’incremento è stato del 18%, ma anche la Cina (+39%).
Sono risultati promettenti se consideriamo anche che salgono fino a 48 i formaggi Dop (denominazione di origine protetta) tutelati dall’Unione Europea. L’Italia sorpassa così la Francia, che si è fermata a 45, e diventa leader europeo e mondiale per la produzione casearia di qualità. La competizione storica tra Italia e Francia nella produzione di formaggi ha radici lontane: il vantaggio italiano sui nostri cugini d’oltralpe è eclatante se consideriamo le quantità, con la produzione di formaggi dop italiani che è vicina a 500 milioni di kg, in sostanza il doppio di quella realizzata dai francesi. E lo smacco colpisce ancor di più se sottolineiamo che, considerato l’aumento delle esportazioni di formaggi Made in Italy in Francia, quelle dei formaggi francesi in Italia erano in calo nei primi mesi del 2015. Nonostante questi primati produttivi, gli italiani con 20,7 kg per persona all’anno sono però soltanto al 7° nel mondo per consumo di formaggi, e siamo preceduti non solo dai francesi con 25,9 kg a testa, ma anche da islandesi, finlandesi, tedeschi, estoni e svizzeri.

È importante tutelare il Made in Italy?
Tutti conosciamo l’importanza della tutela del Made in Italy, ovvero della produzione agroalimentare e vinicola nostrana e, se gli italiani più facilmente riconoscono i “falsi” e le contraffazioni dei propri prodotti, è invece impossibile che all’estero si rendano conto di stare consumando un cibo di provenienza ignota.
Il settore alimentare è il vero e proprio emblema del Made in Italy in giro per il mondo e, per fortuna, nonostante l’erosione di quote di mercato originata dall’italian sounding (ovvero il cibo italiano contraffatto), i prodotti tipici italiani, come appunto la Mozzarella di bufala, hanno avuto un incremento di richieste dall’estero.
Organizzazioni come Slow Food e Eataly hanno avuto la giusta intuizione nel rafforzare la promozione del cibo italiano nel mondo, ottenendo risultati davvero stupefacenti: nel gennaio di quest’anno l’export alimentare ha fatto registrare un + 8,7%, supportato dall’esportazione innanzitutto di prodotti caseari, vino, olio di oliva e pasta, ovvero gli elementi base della famosa e imitatissima dieta mediterranea. L’Italia vince anche in termini di sicurezza alimentare, ciò significa che la qualità è accompagnata da una legittima reputazione internazionale, che consente da anni agli italiani di essere sempre più fieri della propria produzione e del proprio marchio Made in Italy.

Ecco 4 cose che non sapevi sulla ricotta!
Tutti noi amiamo la ricotta fresca, la mangiamo da sola o la inseriamo in tantissime gustose ricette… ma sappiamo davvero tutto di questo alimento prelibato?
- La ricotta non è un formaggio, ma un latticino! La differenza c’è e sta nel fatto che se i formaggi sono prodotti dalla cagliata del latte, ossia da una massa gelatinosa prodotta dall’aggiunta del caglio al latte, i latticini (ricotta compresa), sono prodotti grazie alla cottura del siero del latte avanzato in seguito alla formazione della cagliata durante la produzione del formaggio.
- La ricotta è ipocalorica. E’ indicata per regimi alimentari ipo-calorici o con basso contenuto di colesterolo. Insomma, può essere consumata anche per un pranzo più “leggero”!
- Basta aggiungere lo zucchero per ottenere la ricotta dolce, utilizzata nella preparazione di torte e dolci (come la pastiera napoletana, la cassata o i cannoli siciliani). La ricotta salata è nasce grazie all’aggiunta di sale per la conservazione, e viene usata in ricette del Sud Italia come ingrediente principe di piatti tipici come la pasta alla norma siciliana.
- Ma come nasce la ricotta? Il procedimento prevede poche fasi: per prima cosa occorre scaldare il latte a 36 °C, aggiungere quindi il caglio e lasciar riposare il composto per circa mezz’ora. Una volta solidificato, bisogna separare la parte solida (cagliata) da quella liquida (il siero). Quest’ultima viene nuovamente scaldata in una pentola e quando la temperatura arriva a circa 80 °C la ricotta comincia ad affiorare in superficie. Bisogna dunque raccoglierla con una schiumarola e conservarla in appositi contenitori, come le cavagne.

Quale vino accompagnare agli antipasti? Ecco qualche consiglio!
Gli antipasti sono un momento davvero importante in ogni cena che si rispetti e bisogna studiare i particolari con cura… cercando di abbinare al meglio i prodotti, magari a Km 0 che serviremo a tavola, con i vini giusti, per esaltarne il gusto!
Con le carni fredde e gli affettati non impiegate vini troppo fini, poiché il loro sapore risulterebbe alterato. Servite piuttosto un vino bianco schietto (Vernaccia di San Giminiano, Torgiano Bianco, Sauvignon del Collio), un rosato (Lagrein, Chiaretto) o un rosso giovane e fresco (Bardolino o Lambrusco)… senza dimenticare secondo la stagione un vino novello.
In caso di antipasto di Paté e terrine: se sono grassi, servite senza esitazioni un rosso giovane o un bianco molto secco e pieno, affinato in barrique. Le terrine di carne si abbinano perfettamente con vini rossi corposi; i paté di selvaggina, con vini rossi robusti; i paté tartufati, con i Riesling. Il fois gras reclama un Gewürztraminer o un Tocai, che sono vini generosi, robusti e corposi. Gli audaci cercano il contrasto con un bianco secco invecchiato o con un bianco abboccato.
Se la vostra scelta ricade su un antipasto di verdure, possiamo sottolineare che vini e verdure non costituiscono accoppiamenti ben assortiti, soprattutto quando il condimento è rappresentato da salse a base di aceto, aglio e spezie. Si può quindi evitare il vino oppure affidarsi a un Sylvaner o a un Pinot bianco, due vini morbidi ma nervosi, di equilibrata semplicità, che si abbineranno assai bene anche ai frutti di mare. Un Gavi o un Verdicchio di Jesi, costituiscono un vivace accompagnamento per il pinzimonio.

Come mangiare i salumi anche d’estate?
L’estate comincia a fare capolino e quindi sarà meglio farsi trovare pronti anche a tavola. Ci siamo chiesti quindi: come utilizzare i nostri adorati salumi nei periodi più caldi? Non li vorremo mica abbandonare del tutto? Certo che no!
Scopriamo insieme come utilizzare i salumi per delle ricette veloci e fresche. Un piatto adattissimo alla stagione calda è senza dubbio Prosciutto e melone. Usato solitamente come antipasto ha, come spesso accade in Italia, origini antiche: nel Medioevo infatti si riteneva che la frutta in quanto cibo umido non avesse effetti propriamente salutari e pertanto si tendeva ad abbinarla con cibi secchi che ne potessero bilanciare gli effetti. Stessa origine pare sia alla base l’abbinamento delle pere con il formaggio e l’usanza di affogare le pesche nel vino. Curioso vero?
Per questo piatto, ideale per un aperitivo fresco e leggero, ecco la nostra ricetta veloce e gustosa!
Spiedini di Prosciutto crudo e melone: piatto ideale per un aperitivo fresco e leggero.
Grado di preparazione: facile
Tempo: 20 minuti
Ingredienti per 4 persone Prosciutto Crudo di Parma 100g 1 Melone 800g c.a.
Procedimento: Aprite a metà il melone, eliminate i semi ed i filamenti e ricavate dalla polpa tante palline con l’apposito scavino. Prendete 4 fette di prosciutto crudo e tagliatele a metà per il senso della lunghezza in modo da ottenere 8 strisce; arrotolatele ed arricciatele formando delle roselline che infilzerete in uno spiedino alternandole alle palline di polpa di melone.
Servite gli spiedini su un piatto da portata guarnendolo con le foglioline di menta fresca.

I formaggi italiani conquistano il mondo
I formaggi italiani continuano la loro marcia di conquista del mondo. Anno dopo anno, le esportazioni casearie crescono battendo ogni record. Nel 2015 probabilmente sfonderanno il tetto delle 340.000 tonnellate di formaggi venduti nel mondo, per un valore di circa 2,2 miliardi di euro.
Ma tra i tanti formaggi esportati, quali sono quelli che stanno mostrando le migliori performance? Per capirlo abbiamo analizzato i dati degli ultimi quindici anni e abbiamo visto che, al di là dei valori assoluti, la Mozzarella e gli altri formaggi freschi italiani crescono a un velocità assolutamente superiore a quella degli altri prodotti. Dal 1990, i loro volumi di vendita all’estero sono cresciuti del 2.700%, passando da 4.700 a 132.000 tonnellate.
L’analisi dei quattro mercati di sbocco principali (Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti) mostra, ad esempio, che la Mozzarella e i freschi italiani sono cresciuti e sempre più apprezzati soprattutto nel Regno Unito (+2.577%) e in Francia (1.043%).
In particolare, continua senza sosta la crescita dell’export dei formaggi italiani negli Emirati Arabi Uniti. Contro qualsiasi previsione, i volumi esportati superano nei primi 10 mesi dell’anno gli obiettivi di vendita previsti per l’intero 2014. A rivelarlo sono le elaborazioni di Assolatte su dati Istat che mettono in evidenza come l’incremento delle esportazioni sia di oltre il 22% rispetto allo stesso periodo del 2013.