formaggi

Sapete mettere in tavola il tagliere perfetto?
È importante, prima di tutto, servire i formaggi a temperatura ambiente. Un ora prima di servire il tagliere è meglio togliere i formaggi dal frigorifero, ad eccezione dei formaggi cremosi, che a temperature più alte si potrebbero sciogliere. La temperatura ambiente è consigliabile poiché gli ospiti devono poterli tranquillamente gustare cogliendone appieno il sapore. Dovete, poi, mantenere i formaggi avvolti nella loro confezione fino a che non è ora di servirli.
Il gusto inizia già dalla vista: il tagliere deve essere, oltre che buono, anche bello a vedersi… per cui consigliamo di scegliere sempre un numero dispari di formaggi, in modo da poterli disporre più facilmente all’interno del tagliere.
Scegliere la posizione dei formaggi con la giusta distanza è fondamentale, bisogna tenere presente le spaziature che ci mette a disposizione la forma e la dimensione del tagliere. I formaggi devono essere inseriti con la giusta distanza e il piatto deve presentarsi ricco e pieno.
Utilizzate diversi formaggi: un tagliere di formaggi deve sempre prevedere una buona varietà per consistenza e tipologia, in modo da creare una vasta gamma di sapori e stimolare il palato. I formaggi poi, a prescindere dalla forma che si desidera dare, devono essere sempre ordinati in base al gusto, partendo dal più delicato e finendo con il più intenso.
Selezionate il giusto miele. Un miele di buona qualità è fondamentale, almeno quanto la qualità del formaggio per la buona riuscita del vostro tagliere. È bene scegliere sempre la varietà che meglio si adatta alle vostre esigenze.

Le eccellenze campane sulla nostra tavola!
La Campania, anticamente definita “Campania felix” grazie alla fertilità del suolo e al clima mite, presenta una gran varietà di prodotti tipici, contrassegnati da genuinità e rispetto della tradizione.
La Pizza, la Pasta e la Mozzarella di bufala sono il fiore all’occhiello della gastronomia regionale, ma l’itinerario del gusto in Campania è ancora più lungo e stuzzicante, si passa da ricette a base di pesce ai primi piatti con ragù, dai salumi di carne ai formaggi, dalla frutta alle verdure e agli ottimi dolci. Tra i Formaggi, oltre alla citata Mozzarella di bufala, fresca e morbida, la Campania offre tantissimi altri formaggi tipici, qualcuno derivato da latte di vacca come il Provolone del Monaco o il Caciocavallo Podolico, qualche altro di derivazione ovina (come il Pecorino di Carmasciano), sempre genuini, saporiti e con alte qualità nutritive. L’allevamento e l’agricoltura, prevalente nell’entroterra campano, e l’abitudine di usare tutte le parti degli animali macellati, danno vita a prodotti come il Salame napoletano, le Salsicce di maiale, le Soppressate e, ultimamente, ad alimenti nuovi come la Carne di bufalo campano che, mantenendo caratteristiche nutrizionali simili a quelle della carne vaccina, è meno grassa e dal sapore più incisivo. Per condire carne, pesce e verdure si può usare l’ottimo olio extravergine d’oliva, tipico della cucina mediterranea. L’Olio campano è di colore giallo con sfumature verdastre, leggermente fruttato e delicato. Nella regione, finora, è stato attribuito il marchio DOP a 6 tipologie di Olio extravergine di oliva. Non va trascurata la prestigiosa tradizione enologica, con vini di qualità, grazie ai quali, la Campania storicamente è stata definita Enotria cioè “Terra del vino”. Si ricordano il Taurasi, il Greco di Tufo, ilFiano, il Falerno del Massico e l’Aglianico del Taburno, celebri in tutto il mondo.
Altri vini più giovani, tra cui la Falanghina e la Coda di Volpe, stanno ottenendo sempre più consenso anche a livello internazionale. Ma cosa sarebbe un buon pasto senza un ottimo dolce alla fine? In Campania non abbiamo che l’imbarazzo della scelta con dolci come il Babà, bagnato nel rhum, la Pastiera napoletana; gliStruffoli, i Roccocòe i Mustaccioli a Natale, il Migliaccio a Carnevale, le Zeppole per il giorno di San Giuseppe, le Sfogliatelle ricce e frolle. Molto apprezzati sono anche i Torroni, soprattutto quelli di Benevento e di San Marco dei Cavoti. Altri prodotti tipici campani sono i famosi Limoni di Sorrento e della Costiera Amalfitana, i Pomodori San Marzano, dai quali si ottengono le conserve di pomodoro più buone d’Italia, la saporitissima Mela Annurca, le Castagne, i Carciofi, le noci e molti altri ancora.

Dieta? Quali sono i formaggi e i latticini più leggeri?
È sempre consigliabile consumare formaggi e latticini quotidianamente ma senza esagerare, non sono certo una categoria alimentare di cui si può fare a meno neanche durante una dieta drastica. Privarsi completamente di un alimento senza un buon motivo può rivelarsi dannoso per l’organismo, inoltre l’universo dei latticini è così ampio da permettere di volta in volta di scegliere quello più adatto, anche in presenza di qualche chilo da eliminare.
Proprio partendo dal fatto che c’è tantissima varietà e hanno un ruolo prezioso per la salute dell’organismo, essendo ricchi di proteine, fosforo, calcio e vitamine A e B, assumerne in dosi giuste può solo far bene alla salute e anche al palato, che talvolta vuole essere soddisfatto nonostante la presenza dei grassi, e colesterolo, ne renda alcuni particolarmente calorici.
Nondimeno, sono i formaggi freschi, leggeri e quindi altamente digeribili ad essere perfetti per chi ha voglia di mantenersi in forma o perdere qualche chilo. I formaggi consigliati si caratterizzano per avere un contenuto d’acqua superiore al 60%, il sapore gradevolmente acidulo, un odore tenue e tanti fermenti lattici vivi. L’abbondante quantità di batteri li rende adatti a chi ha bisogno di arricchire la flora intestinale e a coloro che, a causa di un’insufficiente produzione di lattasi, soffrono di disturbi digestivi.
Ecco i formaggi freschi più leggeri e le relative calorie:
– Fiocchi di latte: 115 calorie in 100 g, con 7,1 g di grassi
– Ricotta di mucca: 146 calorie in 100 g, con 10,9 g di grassi
– Ricotta di pecora: 157 calorie in 100 g, con 11,5 g di grassi
– Fiordilatte: 268 calorie per 100 g
– Crescenza: 281 calorie per 100 g
Insomma… anche se siete a dieta, non rinunciate mai a latte, formaggi e latticini!

Novembre 2015: auguri Dieta Mediterranea!
Facciamo volentieri gli auguri alla Dieta Mediterranea! A Nairobi, in Kenya, ormai cinque anni fa l’UNESCO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) inserì nelle liste del patrimonio culturale immateriale dell’umanità la Dieta Mediterranea dopo la quinta sessione del Comitato Intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, riunitasi il 15 novembre 2010. Proprio in questi giorni, a Napoli, si è svolto il convegno di Studi Dieta Mediterranea UNESCO, un patrimonio responsabile. Innovazione identità e contraffazione. La storia della Dieta Mediterranea risale a quando il biologo, fisiologo e nutrizionista statunitense Ancel Keys e sua moglie giunsero a Salerno nel 1945. Proprio qui diede inizio ad un percorso di studio di un modello alimentare comune ai paesi del Mediterraneo e capace di garantire cibo, salute e longevità ai suoi consumatori.
L’UNESCO definisce la nostra dieta “un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo”. Non solo quindi un elenco di cibi. Ma un modello nutrizionale costituito principalmente da “olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusi, sempre in rispetto delle tradizioni di ogni comunità”. Ma va detto che la Dieta Mediterranea si riflette in molto più della semplice consumazione di uno o un altro alimento. Non a caso Dieta dal greco significa “stile di vita”. “Essa promuove l’interazione sociale – aggiunge l’UNESCO – poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende. La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo”.

Quali sono i 7 sbagli che commettiamo con i formaggi?
Tutti noi amiamo i formaggi, ma commettiamo il più delle volte degli errori, degli sbagli che rischiano di rovinare uno dei cibi più buoni e delicati che abbiamo in casa! Ecco quali sono gli errori da evitare:
1. Usiamo la pellicola per avvolgere il formaggio. Una volta aperto, il formaggio deve essere avvolto nella carta oleata, non nella pellicola, poiché quest’ultima può far prolificare i batteri, impedendo poi il rilascio di ammoniaca (naturale sottoprodotto del formaggio) e rischiando che il formaggio acquisisca un sapore plasticoso.
2. Buttiamo il formaggio quando si forma la muffa. Quando si inizia a formare un po’ di muffa bianca o blu sui formaggi a pasta dura, non vuol dire che il formaggio si sia guastato: basta grattare via la parte interessata. Se invece la muffa inizia a formarsi nei formaggi molli, come mozzarella o ricotta, la muffa sta crescendo anche all’interno, in tal caso è meglio buttare tutto.
3. Le persone intolleranti al lattosio non mangiano formaggio. Questa è una mezza verità: l’acido lattico è nel siero, di conseguenza se il formaggio è poco umido, ci sarà meno acido lattico. Le persone intolleranti possono mangiare più facilmente i formaggi stagionati.
4. Non mettiamo a tavola il formaggio a temperatura ambiente. Per gustare appieno la consistenza e il sapore del formaggio, non dobbiamo servirlo subito dopo averlo preso dal frigorifero, ma è consigliabile aspettare un pò, in modo che questo raggiunga una temperatura più simile a quella dell’ambiente.
5. Conserviamo tutti i formaggi in frigorifero. I formaggi passano attraverso il deterioramento controllato del latte, ecco perché diversi formaggi, come il parmigiano, resistono fuori dal frigo per diverso tempo, senza problemi. E’ buona regola, se si tiene in frigo, conservarlo nella parte meno fredda, vedi il cassetto delle verdure.
6. Pensiamo che tutti i formaggi siano uguali. Ne esistono tante varietà, ognuna con le proprie caratteristiche e i personali tempi di maturazione. È bene acquistare il formaggio in negozi specializzati, chiedendo consigli su come gustarlo al meglio e su come abbinarlo.
7. Non proviamo tutti i formaggi dello stesso tipo. Se una tipologia di formaggio non ci piace, non dobbiamo escludere dalla nostra tavola tutti i formaggi che fanno parte della stessa famiglia. Potremmo perderci delle prelibatezze uniche, quindi sperimentiamo con i diversi sapori.

Gnocchi 4 formaggi e funghi
Pronti per deliziosissime ricette autunnali? Ideali da gustare in questo periodo dell’anno dal clima un pò frizzante ma sempre romantico!
Ecco la Ricetta di oggi!
INGREDIENTI per 4 persone
350 g di gnocchi
300 g di funghi misti
1 spicchio di aglio
200 ml di latte
80 g di fontina
80 g di parmigiano reggiano
80 g di Emmentaler
80 g di Asiago
sale e pepe q.b
olio evo q.b
1/2 bicchiere di vino bianco
prezzemolo q.b
PROCEDIMENTO
Una volta realizzati (o acquistati) gli gnocchi, far scaldare l’olio e lo spicchio di aglio in una capiente padella. Aggiungere i funghi e sfumare con del vino bianco alzando la fiamma. Aggiustare di sale, coprire e lasciar cuocere per 10 minuti. A questo punto, preparate la crema ai 4 formaggi, quindi: In un pentolino dal fondo spesso, scaldate il latte a fiamma bassa fino a quando non sfiora il bollore. Tagliare i formaggi a cubetti ed unirli al latte girando con una frusta finché non saranno tutti fusi. Cuocere e scolare gli gnocchi conservando un mestolo di acqua di cottura se fosse necessario. Unire gli gnocchi ai funghi e versarvi la crema ai 4 formaggi. Mantecare bene la pasta aggiungere una spolverata di pepe e prezzemolo tritato. Servire a tavola e … buon appetito!

Il Made in Italy caseario all’estero: risultati positivi!
Le esportazioni di latticini e formaggi Made in Italy all’estero sono aumentate di quantità di ben l’8% grazie alla reputazione di alta qualità che l’Italia ha conquistato a livello internazionale. L’analisi Coldiretti in questione, relativa al primo semestre del 2015, afferma che circa i 3/4 della produzione esportata è destinata al mercato comunitario, dove è stato registrato un incremento del 10%, con un piccolo aumento del 2% anche presso i nostri concorrenti francesi. Escludendo l’Europa i principali acquirenti sono gli Stati Uniti, dove l’incremento è stato del 18%, ma anche la Cina (+39%).
Sono risultati promettenti se consideriamo anche che salgono fino a 48 i formaggi Dop (denominazione di origine protetta) tutelati dall’Unione Europea. L’Italia sorpassa così la Francia, che si è fermata a 45, e diventa leader europeo e mondiale per la produzione casearia di qualità. La competizione storica tra Italia e Francia nella produzione di formaggi ha radici lontane: il vantaggio italiano sui nostri cugini d’oltralpe è eclatante se consideriamo le quantità, con la produzione di formaggi dop italiani che è vicina a 500 milioni di kg, in sostanza il doppio di quella realizzata dai francesi. E lo smacco colpisce ancor di più se sottolineiamo che, considerato l’aumento delle esportazioni di formaggi Made in Italy in Francia, quelle dei formaggi francesi in Italia erano in calo nei primi mesi del 2015. Nonostante questi primati produttivi, gli italiani con 20,7 kg per persona all’anno sono però soltanto al 7° nel mondo per consumo di formaggi, e siamo preceduti non solo dai francesi con 25,9 kg a testa, ma anche da islandesi, finlandesi, tedeschi, estoni e svizzeri.

Lasagna bianca
Voglia di un classico sempreverde? Ecco come preparare la buonissima lasagna bianca!
Ingredienti
400 gr. di lasagne fresche
Preparazione di Base
3 zucchine
200 gr. di funghi porcini
50 ml. di panna da cucina
250 gr. di mozzarella
200 gr. di stracchino
50 gr. di parmigiano grattugiato
1 cipolla
Burro q.b.
3 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale q.b.
Preparazione
Lavate le zucchine sotto l’acqua corrente e pulite i funghi, raschiando la terra dal gambo con un coltello e pulendoli poi con un panno umido, dopodiché tagliate tutto a cubetti. Affettate finemente la cipolla, dopo averla accuratamente pulita, e fatela soffriggere in una padella con tre cucchiai di olio. Quando la cipolla inizia a imbiondire, unite le zucchine e i funghi, salateli e fateli cuocere per 10 minuti a fuoco basso, dopodiché incorporate la panna e proseguite la cottura per 5 minuti, mantenendo bassa la fiamma. Nel frattempo fate sgocciolare la mozzarella dal liquido di conservazione e tagliatela a dadini. Quando il sugo di funghi e zucchine sarà pronto, versatene un mestolo sul fondo di una pirofila e distribuitelo bene su tutta la superficie, dopodiché adagiatevi sopra uno strato di lasagne. Proseguite con uno strato di verdure, sino a ricoprire le lasagne, dopodiché disponete sulla superficie qualche dadino di mozzarella e qualche pezzetto di stracchino. Continuate in questo ordine sino al completamento degli ingredienti e terminate con un’abbondante spolverata di parmigiano. Mettete qualche fiocchetto di burro sulla superficie delle lasagne e infornate in forno preriscaldato a 180°C per circa 25 minuti. Estraete quindi le lasagne dal forno e servitele subito in tavola.

I formaggi in gravidanza? Sì, grazie!
Le donne in gravidanza, si sa, devono seguire una dieta attenta e salubre, e forse non tutti sanno che anche i formaggi sono parte integrante di questa dieta.
Il latte è molto importante in gravidanza, per il suo contenuto proteico, di sali minerali (magnesio, calcio e fosforo) e vitamine (A, B e D). Collabora alla buona formazione delle ossa del bambino. Bisogna fare sempre attenzione a non consumare però latte non pastorizzato o formaggi a base di latte non pastorizzato. L’ideale sarebbe consumare circa 5 bicchieri di latte al giorno, che però possono essere sostituiti con yogurt e formaggi. Si può quindi bere una tazza di latte la mattina, e durante il pomeriggio e a cena circa 100 gr di formaggio, preferendo quelli poco stagionati e con poco sale. Ideali, ad esempio, sono la scamorza e il parmigiano, che possono essere consumati in modo gustoso in una insalatina con rucola e limone, per assumere così anche il prezioso ferro contenuto nella rucola.
Ma anche il più tipico dei latticini campani, la mozzarella, si conferma oggi parte integrante della dieta di tipo mediterraneo, dove cultura, tradizione e sapiente lavoro artigianale si fondono in un mix di sapori autentici e ineguagliabili. Facilmente digeribile, con un ridotto contenuto di zuccheri, colesterolo e lattosio, la mozzarella di bufala campana è anche un’ottima fonte di proteine a elevato valore biologico e, a differenza di altre tipologie di formaggio, si caratterizza per un basso contenuto di acidi grassi saturi presentando un ottimo bilanciamento delle varie frazioni lipidiche, con un apporto di apprezzabili quantità di acidi grassi insaturi.
La ricchezza di contenuto in vitamine del gruppo B la rende particolarmente indicata in gravidanza, così come in condizioni di stress ossidativo come l’iperomocisteinemia.

È importante tutelare il Made in Italy?
Tutti conosciamo l’importanza della tutela del Made in Italy, ovvero della produzione agroalimentare e vinicola nostrana e, se gli italiani più facilmente riconoscono i “falsi” e le contraffazioni dei propri prodotti, è invece impossibile che all’estero si rendano conto di stare consumando un cibo di provenienza ignota.
Il settore alimentare è il vero e proprio emblema del Made in Italy in giro per il mondo e, per fortuna, nonostante l’erosione di quote di mercato originata dall’italian sounding (ovvero il cibo italiano contraffatto), i prodotti tipici italiani, come appunto la Mozzarella di bufala, hanno avuto un incremento di richieste dall’estero.
Organizzazioni come Slow Food e Eataly hanno avuto la giusta intuizione nel rafforzare la promozione del cibo italiano nel mondo, ottenendo risultati davvero stupefacenti: nel gennaio di quest’anno l’export alimentare ha fatto registrare un + 8,7%, supportato dall’esportazione innanzitutto di prodotti caseari, vino, olio di oliva e pasta, ovvero gli elementi base della famosa e imitatissima dieta mediterranea. L’Italia vince anche in termini di sicurezza alimentare, ciò significa che la qualità è accompagnata da una legittima reputazione internazionale, che consente da anni agli italiani di essere sempre più fieri della propria produzione e del proprio marchio Made in Italy.